Ci sono dei settori in cui il rapporto tra azienda e cliente è estremamente basato sulla fiducia. Quello immobiliare è uno di questi. E c’è un’azienda barese che da 40 anni fonda su questo valore tutto il proprio lavoro. La Rubino Organizzazione Immobiliare, fondata da Andrea Rubino nell’ormai lontanissimo 1983, ha fatto della fiducia dei suoi clienti uno dei suoi punti di forza, conquistandola passo dopo passo, anno dopo anno, compravendita dopo compravendita. Se non fosse stato così, non si sarebbe arrivati a tagliare questo importante traguardo. E non si potrebbe vantare l’attuale radicamento sul territorio (con cinque agenzie non in franchising) e un’organizzazione completa di tutte le figure professionali. Quindi non la solita agenzia con agenti che oltre a vendere svolgono altre mansioni, (segreteria, social media manager, editor web…), ma una struttura con competenze ben distinte e costruita intorno a dipendenti che possono dire di avere un lavoro stabile in un’azienda che offre innovativi servizi di marketing sfruttando strumenti di alta tecnologia.
«Oggi come 40 anni fa, il nostro focus – spiega Rubino – resta la mediazione, il dover trovare il giusto punto di incontro tra acquirente e venditore. Anche se questo settore è cambiato tanto, l’aspetto relazionale e psicologico resta determinante per la conclusione degli affari».
C’è di buono che oggi si ha meno ritrosia a rivolgersi ad una agenzia immobiliare: «Nell’arco di questi 40 anni è aumentata la percentuale di persone che si affidano alle agenzie. Un tempo solo il 20% delle transazioni avveniva senza il nostro contributo, poi le compravendite sono diventate più complesse e la fiducia nei nostri confronti è aumentata. Il nostro è riconosciuto ormai come un servizio indispensabile, oltre che sempre più specializzato».
Una specializzazione indotta anche dalla complessità: «La compravendita sicura comporta controlli e verifiche che coinvolgono le amministrazioni comunali e questo a volte richiede tempi lunghi, a causa della carenza di personale o della mancata digitalizzazione degli archivi. Oggi fare questo lavoro è diventato molto impegnativo, perché sono richieste competenze ulteriori e aggiornamenti che pur non essendo obbligatori sono indispensabili per stare sul mercato. Da questo punto di vista mi piace sottolineare che noi fin dal 1983 abbiamo sempre investito sulla formazione del personale. È una cosa in cui ho sempre creduto e che ha sempre dato risultati».
Un’altra cosa che è cambiata è l’eccesso di litigiosità: «A volte tra acquirente e compratore nascono situazioni conflittuali che possono mettere a repentaglio l’operazione immobiliare. Anche una parola in più o in meno può far nascere controversie o far saltare l’affare. La società è divenuta molto più conflittuale, e questo è un fenomeno che notiamo soprattutto nelle grandi città e un po’ meno nei piccoli centri».
A fine anno è tempo di bilanci, e il 2023, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, sembra aver frenato affari e concessione di mutui. Andrea Rubino segue attentamente l’evoluzione del mercato, ma mostra una certa tranquillità rispetto al prossimo futuro.
«Il mercato immobiliare è ciclico, in alcuni periodi i prezzi salgono per la forte richiesta e in altri scendono. A volte queste fluttuazioni non sono dovute solo al rapporto tra domanda e offerta, ma proprio alla ciclicità del mercato. Basta guardarsi indietro per constatare che i prezzi nel tempo hanno sempre avuto l’andamento di un’onda, dopo la salita c’è sempre una discesa. Una cosa è comunque vera: in questi anni la clientela è stata molto sensibile alle notizie, sia quelle vere che quelle false, o quelle che spingono ad investire sul mercato azionario piuttosto che su quello immobiliare».
Il calo delle compravendite però era in qualche modo scontato: «Nel secondo trimestre 2023 c’è stata una flessione, che si registra in maniera più accentuata sul nuovo, anche perché quasi tutto quello che era sul mercato era stato venduto nel 2021 e nel 2022. Non è solo colpa dei dieci aumenti dei tassi di interesse in dodici mesi, che ci hanno fatto passare dallo 0 al 5%».
Da buon conoscitore del mercato, Rubino evidenzia un altro fenomeno che spesso sfugge alle statistiche: «L’inflazione ha spinto molti clienti a buttarsi sul mattone, bene rifugio per eccellenza. Ma molta clientela mette mano ai propri risparmi, compra senza attivare mutui. Perché quando c’è incertezza il cliente preferisce non indebitarsi con le banche».
Negli ultime settimane si è parlato tanto, e si parla ancora, del caro affitti per gli studenti: la trasformazione dei centri storici delle città in giganteschi B&B al servizio dei turisti ha fatto diminuire la disponibilità di alloggi per studenti e di conseguenza ha fatto lievitare i costi. «È un fenomeno che avvertiamo anche a Bari, perché da alcuni anni siamo diventati una meta turistica. I proprietari preferiscono gli affitti brevi, fenomeno che sopperisce alla mancanza di alberghi e che risponde alla domanda proveniente da un tipo di clientela diversa da quella che dormiva in hotel. Personalmente però non riscontro degli aumenti eccessivi: gli affitti per gli studenti non li trovo molto cambiati rispetto a 10 anni fa».
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